C’è anche una sarda nel nuovo governo Meloni. Si chiama Marina Elvira Calderone ed è presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro dal 2005, esperta nella gestione di crisi aziendali. Si occuperà del Lavoro e delle Politiche sociali, casella che si annuncia fra le più delicate, per la congiuntura economica che mette a rischio la tenuta del tessuto imprenditoriale italiano, da un lato, ma dall’altro anche per la gestione dei 4,9 miliardi in arrivo dall’Europa tra Pnrr e programma React Eu. Ma soprattutto dovrà affrontare il nodo del reddito di cittadinanza.
Calderone, 57 anni, è originaria di Bonorva, in provincia di Sassari. Oltre a presiedere da oltre tre lustri il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, dal 2009 è presidente anche del Cup, il Comitato unitario degli ordini e collegi professionali. Inoltre, è portavoce per gli Ordini e le professioni regolamentate al Cese, il Comitato economico e sociale europeo, e dal 2006 presiede il club europeo professioni giuslavoristiche. E’ dunque una figura con uno status anche a livello continentale. Ai tempi del governo Renzi era stata nominata nel Cda di Leonardo (allora Finmeccanica), il colosso del settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza partecipato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, rimanendoci per due mandati.
Tra le questioni principali che Calderone sarà chiamata ad affrontare come ministro del Lavoro, c’è il Reddito di cittadinanza, che in varie occasioni ha già detto di non voler abolire ma “rimodulare”. In particolare, il neoministro intenderebbe lasciare il sussidio come strumento di contrasto alla povertà, scindendolo però dal secondo pilastro dell’intervento così come pensato a suo tempo dai Cinque stelle, la ricerca del lavoro (i famosi Navigator, per intenderci). Quest’aspetto, quello più contestato della misura, verrebbe affrontato a parte nell’ambito di una riforma delle politiche attive del lavoro, forti anche dei fondi in arrivo dall’Europa.