Tra viale Regina Margherita e via XX Settembre si cela un angolo di storia cittadina a molti sconosciuto. Completamente nascosto dagli edifici circostanti, la ex Manifattura Tabacchi da una parte e gli uffici Inps dall’altra, sorge ciò che resta del “Rivellino di Jesus”, un massiccio tratto di mura settecentesche ben conservato. Il nome deriva dal convento di Santa Maria di Gesù che sorgeva in quel punto prima della sua distruzione, da quel momento i Frati Minori dovettero trasferirsi nel Convento di San Mauro poco distante. Tempo dopo i frati vollero riedificare nello stesso luogo un nuovo convento perché secondo la tradizione lì esisteva il sepolcro del Beato Salvatore Da Horta. In un primo momento il Viceré Barone di S.Remy non permise la costruzione perché occorreva erigere una fortificazione per rinforzare la Porta di Jesus, l’accesso al quartiere Marina appena più indietro. Ma in seguito fu concessa l’autorizzazione a patto che i frati costruissero a loro spese la fortificazione, considerato che una parte sarebbe divenuta il muro esterno del convento. Così iniziarono i lavori dell’imponente opera difensiva con muri di oltre sei metri di spessore. Il convento era al suo interno, enucleato tra i corpi di guardia, ma poco tempo dopo, siamo intorno al 1722, i frati dovettero lasciare il convento per il prevalere di interessi militari. Stando alle cronache, i frati si accollarono le spese della costruzione ma non ottennero i benefici promessi. Dopo alcune vicissitudini i frati tornarono nel convento ma dovettero affrontare problemi di altra natura, perché le modifiche del rivellino con l’aggiunta di una cortina muraria rendeva le condizioni di vita difficili: la perdita degli orti, del pozzo e la mancanza di ventilazione condussero al definitivo abbandono del convento. A parte la storia travagliata del convento ciò che oggi rimane è un tratto murario di circa trenta metri di lunghezza per una decina in altezza in buono stato di conservazione.