Il tornado che ha travolto la politica sarda nel pieno delle feste natalizie prende forza con il passare dei giorni e viene alimentato dal vento incrociato di accuse e autodifese. I 5 stelle, come prevedibile, fanno muro a difesa di Alessandra Todde, dichiarata decaduta dal collegio elettorale di garanzia della corte d’appello di Cagliari per irregolarità nelle spese elettorali. Ma gli altri alleati sono decisamente tiepidi, se non assenti: dal Pd solo una laconica dichiarazione del capogruppo, quasi un atto dovuto. Tacciono i Progressisti, solidarizzano i Rossoverdi e degli assessori gli unici a intervenire sono stati i due scelti direttamente dalla Todde, ovvero Spanedda e Barbara Manca. E mentre l’altra Manca, assessore al Lavoro grida al complotto (come prima gridava allo scandalo delle nomine) e accusa chi accusa Todde dell’ultimo colpo di coda per aver perso potere e poteri, gli altri tacciono e il centrodestra sguazza. Il mantra dell’opposizione è ovviamente servito su un piatto d’argento da chi per mesi ha studiato carte e analizzato conti: come può, si chiede il centrodestra, chi si è dimostrato inaffidabile nell’organizzare la campagna elettorale, essere affidabile nel governo della regione?
Non solo: se la Todde dovesse per ora proseguire e poi fra qualche mese decadere davvero, tutti gli atti rischiano di essere annullati, creando un danno gigantesco all’intera Sardegna.
Ma la Todde, che ha rilasciato interviste a tutti i media nazionali, si dice convinta del fatto suo, di essere legittimata a proseguire e di avere tutte le carte in regola per dimostrare la verità. E a fare un passo indietro non ci pensa proprio.
Come noto, la via che seguirà la vicenda sarà duplice: quella politica, con il consiglio regionale chiamato a ratificare l’ingiunzione di decadenza, o di non farlo aprendo però scenari ignoti, e quella giudiziaria, con la decisione del tribunale sul ricorso della Todde. Sta di fatto che in questi giorni il consiglio è già al lavoro per sbrogliare una vicenda mai accaduta prima in nessuna regione italiana: ironia della sorte, sottolinea qualcuno.
Certo è che la Sardegna, dopo un anno in cui ci si è occupati solo e soltanto di energie rinnovabili, è al punto zero. A cominciare dalla sanità.