I lavoratori domestici regolarmente assunti in Sardegna nel 2023 sono 46.912. Più del 70% dei lavoratori sono badanti. Sono 53.002 le famiglie datori di lavoro domestico. L’ambito domestico coinvolge il 6,3% della popolazione totale. Dati che emergono dal 6° rapporto annuale sul lavoro domestico promosso da DOMINA, Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico. La componente italiana è fortemente maggioritaria (82,2%) e le donne rappresentano il 90,8%. L’età media del lavoratore domestico è 48,9 anni e, per quanto riguarda le settimane lavorate, si registra una prevalenza di chi non ha completato l’anno lavorativo (53,3%).
Il datore di lavoro ha un’età media di 68,1 anni e si registra una prevalenza femminile (67,2%). Complessivamente, nel 2023 le famiglie in Sardegna hanno speso circa 295 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, TFR). Il valore aggiunto prodotto da questa componente vale circa 400 milioni di euro (l’1,2%).
Distribuzione territoriale ed incentivi:
Analizzando i dati provinciali, si nota come la distribuzione sia piuttosto polarizzata sul capoluogo, a Cagliari si concentrano il 53,9% delle colf e il 50,8% delle badanti. Da segnalare un’incidenza di badanti nettamente superiore alle altre regioni, con una media di 26,7 badanti ogni 100 anziani. La Regione Sardegna ha introdotto il programma “Ritornare a casa PLUS”, linea d’intervento finalizzata a favorire la permanenza nel proprio domicilio della persona in situazione di grave non autosufficienza, evitando il rischio di istituzionalizzazione. Inoltre, la Regione, attraverso i Comuni, sostiene interventi a favore di soggetti a forte rischio di esclusione sociale.
Prospettive demografiche:
Le previsioni sul futuro demografico della Sardegna rivelano come il numero di badanti sia destinato ad aumentare: nel 2050 in Sardegna vi saranno 208 mila anziani (ultra-ottantenni), è prevista una variazione 2023/2050 del +67,5% dei residenti anziani, mentre dall’altra parte le prospettive indicano la presenza di 108 mila bambini residenti (0-14 anni). La componente anziana quindi sarà quasi il doppio di quella infantile (16,8% della popolazione contro 8,7%).