Assunzioni con fondi vincolati, trasferimenti sospetti, nomine con connotazioni politiche, e personale assegnato a tutt’altro che ai Centri per l’Impiego: è questo il quadro che emerge da una segnalazione interna all’ASPAL, l’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro. Una denuncia circostanziata, firmata da cinque dipendenti, che accende i riflettori su quella che appare come una gestione distorta e opaca delle risorse pubbliche, in particolare di quelle erogate dal Ministero del Lavoro per rafforzare i servizi occupazionali regionali.
A partire dal 2020, ricostruiscono i dipendenti segnalando la vicenda a Casteddu online, l’Agenzia ha assunto decine di persone con fondi vincolati al Piano straordinario di potenziamento dei CPI, ma – secondo quanto denunciato – molti di questi lavoratori sarebbero stati subito dirottati verso servizi e settori del tutto scollegati dalle finalità per cui erano stati assunti. Anziché essere impiegati nei CPI per supportare i cittadini nella ricerca di lavoro, diversi dipendenti si troverebbero oggi a svolgere compiti amministrativi o legali presso uffici centrali dell’Agenzia o addirittura in assessorati esterni, in aperta violazione della finalità originaria dei fondi.
Tra i casi segnalati, numerosi dipendenti formalmente assegnati ai CPI risultano impiegati “in via esclusiva” in settori come Risorse Umane, Servizio Giuridico, Sicurezza, Direzione Generale o Assessorati regionali. Il sospetto, chiariscono i firmatari, è che le rendicontazioni trimestrali inviate al Ministero non riflettano fedelmente l’effettivo impiego del personale, configurando così un uso improprio – se non fraudolento – delle risorse statali.
Non meno grave la denuncia sull’utilizzo sistematico di strumenti come comandi e mobilità per cedere personale ad altri enti, eludendo i vincoli imposti dalla normativa e svuotando di fatto i CPI delle risorse umane per cui sono stati finanziati.
A peggiorare il quadro, la Legge regionale 17/2023, che ha permesso il trasferimento definitivo di cinque dipendenti ASPAL nei ranghi dell’amministrazione regionale, è definita “una forzatura normativa pianificata con la complicità politica dei vertici” di allora.
Sotto accusa anche il continuo ricorso all’agenzia interinale per l’invio di personale amministrativo presso i CPI e gli uffici centrali, nonostante la carenza di organico sia in parte causata dallo stesso impiego distorto del personale di ruolo.
Per i firmatari, queste nomine risponderebbero a logiche di fedeltà politica più che a criteri di merito o competenza.
I firmatari – Tommaso Ditel, Annamaria Manca, Claudio Puddu, Maria Elena Sanna e Riccardo Asunis – chiedono ora un intervento urgente da parte degli organismi di vigilanza e del Ministero, affinché venga fatta chiarezza su un sistema che rischia di compromettere non solo la credibilità dell’ASPAL, ma l’intera tenuta del servizio pubblico regionale per l’impiego.