Sanità al collasso, situazione particolarmente critica durante le festività. A causa della chiusura delle guardie mediche, chi si è trovato ad aver bisogno di assistenza sanitaria si è dovuto riversare nelle corsie del pronto soccorso; in seguito alla grande affluenza di pazienti, i presidi ospedalieri del sud Sardegna, non riuscendo a colmare le tante richieste, hanno costretto questi ultimi a dover sostare per svariate ore sulle barelle delle rispettive ambulanze in attesa di poter essere visitati. Sono diverse le testimonianze di chi, in quei giorni, ha dovuto fare i conti con i disagi derivati da un sistema sanitario che funziona sempre peggio. Uno degli ospedali che ha riscontrato maggiori difficoltà è stato quello di San Gavino, poichè ha dovuto assicurare la copertura di tutti i centri abitati limitrofi rimasti senza guardia medica; è proprio da quest’ultimo che arriva la triste testimonianza di una donna lasciata per un’ora all’interno dell’ambulanza, per poi essere spostata in una sala per svariate altre ore, da li la decisione di abbandonare l’ospedale, informando gli operatori sanitari, che noncuranti delle sue condizioni, l’avrebbero invitata a tornare in un secondo momento. “Situazione critica dappertutto”, ha riferito Mauro Vicentini, presidente dell’associazione del 118; mediamente i tempi di attesa stimati nei pronto soccorso si aggirano dalle 8 fino ad un massimo di 12 ore, con un’affluenza maggiore durante la sera. Diverse le cause che danno origine a tali disservizi, dalla mancanza di posti letto negli ospedali alla consueta carenza di personale. Per fare il punto sulla situazione sanità, e in modo particolare alle relative condizioni lavorative degli operatori sanitari 118, è stato chiesto di recente un incontro con l’assessorato e Areus da parte del rappresentante della centrale operativa di Cagliari Emmolo, l’incontro è fissato per metà gennaio, durante il quale verranno riviste le condizioni contrattuali riguardanti il terzo settore.