Lavorava all’estero sino a quando la malattia ha preso il sopravvento e ha dovuto rinunciare al suo futuro. Rientrato in Sardegna, ha dovuto fare i conti con una situazione che non gli permette di andare avanti in maniera autonoma. “La mia famiglia mi da un tetto sopra la testa e da mangiare, di più non può, la mattina mi occupo di mia madre che ha il morbo di Parkinson e soffre di demenza senile. Non mi è stato riconosciuto il 100% di invalidità ma la possibilità di essere inserito nelle graduatorie preposte per una mansione compatibile con le mie problematiche. Questo però non è avvenuto”. Uno sfogo dettato dalla disperazione quello di Daniele, simile a tanti altri che devono fare i conti con una malattia e un assegno mensile che non consente di pagare tutte le spese. “Io sono sempre in cerca di un lavoro, non particolarmente pesante considerata la mia invalidità, anche come lavapiatti part-time, ma non ho una automobile e questo aggrava ancor di più la ricerca”.
“Non è giusto che al giorno d’oggi chi rientra tra le categorie dei fragili è penalizzato ulteriormente, non chiediamo tanto se non la possibilità di vivere in maniera dignitosa”. Questa è la richiesta di Daniele che affida a Casteddu Online la riflessione riguardo la situazione che vive e che è simile a quella di tante altre persone che devono affrontare la malattia, le spese per le cure, i costi della vita e la difficoltà nel reperire un lavoro compatibile con le difficoltà causate dalla condizione di salute. “Io non posso più partire fuori per lavorare, sono costretto a rimanere qui in Sardegna, almeno datemi la possibilità di curarmi, di mangiare. Posso comprarmi almeno una pizza ogni tanto? In questo momento no, nemmeno quella”.