Gabriele Cabras ha confessato, davanti al gip Luca Melis, di avere ucciso Gabriele Pergola, ma “di non essersene reso conto”. Il 19enne pensava che il 43enne “fosse svenuto” quando ha lasciato, in tutta fretta e con in mano il borsello dell’uomo, la struttura ricettiva di Quartucciu. Sono le prime parole del giovane, fermato lunedì all’alba e finito a Uta con l’accusa di omicidio aggravato. In caserma aveva fatto scena muta, dopo quattro giorni ha deciso di raccontare la sua verità. Le ultime ore trascorse con Pergola sono iniziate a Quartu: stando alle dichiarazioni rese anche alla presenza del suo legale, Giovanni Cabras, il diciannovenne ha raccontato che, dopo essere andato all’esterno dell’attività commerciale gestita dal 43enne, i due sarebbero andati a parcheggiare lo scooter nella sua abitazione: poi, lo stesso Pergola, con tanto di prenotazione fatta tramite Booking, è arrivato insieme al 19enne nel bed and breakfast di via Nazionale a Quartucciu con un taxi. Il motivo del loro incontro? “Pergola, da un po’ di tempo, mi stava proponendo di incontrarci per fare uso di droghe”, ha affermato Cabras, facendo mettere a verbale di fare uso di sostanze da tempo. Una volta arrivati, avrebbero consumato “anche crack, portato da Gabriele Pergola”. All’improvviso, sempre stando al racconto del diciannovenne, il quarantatreenne avrebbe cercato di abusare di lui. Gabriele Cabras si è rifiutato e, a quel punto, Pergola l’avrebbe minacciato, dicendogli che avrebbe sparso la voce e detto in giro che loro due avevano avuto un rapporto sessuale e di fargli fare molto male “da persone cattive che conosceva”. A quel punto nasce una colluttazione e si arriva alle fasi più cruente: “Gli ho stretto un asciugamano al collo, poi gliel’ho levato ma pensavo fosse svenuto”. Gabriele Cabras ha poi preso un borsello di Pergola con dentro due cellulari, perchè temeva che potesse utilizzarli per chiedere aiuto. Dentro c’era anche il portafoglio della vittima, con 680 euro in contanti.
E, stando a quanto trapela, nella stanza i carabinieri hanno trovato un borsone nero e un paio di jeans bermuda con dentro una confezione di Vivin C con, all’interno, delle palline di stagnola e una sostanza, forse droga, che dev’essere ancora analizzata. A interrogatorio finito, parla l’avvocato Giovanni Cabras: “Ho trovato il mio assistito più lucido, ha voluto raccontare tutto ciò che è successo sin da prima del suo arrivo, con Pergola, al b&b”. Le dichiarazioni rese, ovviamente, non portano a nessun ammorbidimento della misura restrittiva nei confronti di Gabriele Cabras. Il giovane resterà rinchiuso a Uta: “Leggerò con attenzione tutte le carte e valuterò quale strategia processuale adottare, se chiedere eventualmente il rito abbreviato, il patteggiamento, o altre forme processuali. Inoltre, il fatto che il mio assistito abbia ammesso di essere tossicodipendente comporta la necessità di studiare e valutare anche dei percorsi alternativi”. Le indagini dei carabinieri, intanto, vanno avanti e domani, a Quartu, sarà celebrato il funerale di Gabriele Pergola.










