In Sardegna da dieci anni, si è rimboccato le maniche sin da subito per cercare di garantire un futuro stabile a se stesso e alla sua fidanzata, ma poi è avvenuta la tragedia. Moustafa Salia, ventotto anni, originario della Costa d’Avorio, si è spento in un letto del Policlinico di Monserrato. La causa della morte? “Un’infezione alla testa, il medico ha detto che potrebbe essere legata a della carne cruda o a un batterio trasmesso da un animale come, per esempio, un gatto”, spiega Ndama Kane Loum, preisdente dell’associazione Thiossane Radici con sede in via Newton a Selargius. Si occupa da tempo di aiutare chi arriva dall’Africa e si trova in difficoltà. Il ventottenne lavorava come bracciante nei campi di frutta e verdura “nella zona di Pula”. Qualche giorno fa è tornato a casa dopo il turno di lavoro e si è sentito male: “Alla ragazza, una nigeriana, le ha detto di avere forti dolori alla testa. Poi, purtroppo, la situazione è peggiorata ed è morto. Viveva a Selargius, abbiamo già chiesto un aiuto alle assistenti sociali ma ci hanno risposto che il Comune non ha fondi”.
E servono almeno “2500 euro, solo con tutti questi soldi possiamo pagargli la bara” spiega Kane Loum. “Il Comune ci ha già fornito un loculo nel cimitero selargino, in attesa di poterlo seppellire, dentro la sua bara, sottoterra. Abbiamo già svolto tutti i riti di preghiera musulmana. Ecco perchè ho deciso, d’accordo con la sua fidanzata, di aprire una raccolta fondi. Chiunque possa donare qualsiasi cifra può chiamare al numero +393273374161”.










