E’ la Sardegna la seconda regione maggiormente colpita dalla siccità nel 2024 secondo il rapporto annuale Città Clima di Legambiente, 9 gli eventi calamitosi nell’Isola a fronte dei 16 della Sicilia. Le alte temperature estive hanno gravemente colpito allevamenti e terreni agricoli, rendendo necessaria la limitazione all’approvvigionamento idrico nell’agricoltura in modo da non impattare su residenti e turisti; calata drasticamente anche la produzione di miele. Invasi sardi pieni solo al 40%, diminuiti del 10% rispetto allo scorso anno. Temperature in picchiata, nell’Isola la media sale di 1,8 gradi negli ultimi 45 anni. “Gravi danni all’ecosistema della nostra isola”, le parole di Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna: “Gli alberi, a causa della persistente aridità, si sono indeboliti diventando più attaccabili dagli agenti patogeni e hanno messo in atto strategie difensive che hanno cambiato il volto di boschi e foreste alterando i paesaggi consueti. Nel frattempo, nella scorsa estate, ci siamo trovati nell’inaccettabile condizione di dover scegliere verso quali settori ridurre la disponibilità della risorsa idrica per limitare l’impatto sulle economie locali. Avendo ormai toccato con mano gli effetti devastanti del cambiamento climatico, noi sardi dovremmo essere in prima linea nella transizione ecologica ed energetica e mettere in campo politiche e azioni concrete per la riduzione drastica delle emissioni di CO2”. Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna, sottolinea: “Al 30 novembre, gli invasi sardi erano pieni solo per il 39,35%, con una diminuzione di più del 10% rispetto alla pur grave situazione nello stesso periodo dello scorso anno. Una situazione incompatibile con il 51% di dispersione della nostra rete idrica. Bisogna diminuire drasticamente le perdite lungo la rete e ridurre gli sprechi attraverso il riutilizzo delle acque reflue a scopi irrigui, introducendo l’agricoltura di precisione e sfruttando la sinergia con gli impianti agrivoltaici per ombreggiare e ridurre l’evaporazione di acqua dal suolo”. E’ il rapporto Città Clima a fotografare ancora una volta l’aumento costante degli eventi estremi, Querzoli prosegue: “Oltre alla mitigazione servono quindi azioni efficaci di adattamento”. “In una fase storica particolarmente siccitosa, non dobbiamo dimenticare quanto la Sardegna abbia pagato anche in termini di vite umane per le piogge intense e le alluvioni. E allora sarà fondamentale restituire alla natura il suo spazio, consentendo al sistema fluviale di adattarsi alle portate di piena e abbandonare definitivamente la logica inefficace e dannosa della regimazione forzata delle acque” conclude.