“Mio fratello ha dei segni, all’altezza dei baffi, che fanno capire che sia stato aggredito, come qualcuno ha anche detto ai soccorritori del 118 intervenuti fuori dallo stadio”. Lo dice chiaramente, dopo averlo visto in uno dei letti del reparto di Rianimazione del Brotzu, Simone Pontis. Sul fratello, Enrico Pontis, per tutti Chicco, 42 anni, è stato soccorso da un’ambulanza del 118 venerdì notte, dopo Cagliari-Torino, vicino ai camion bar esterni della Unipol Domus. È un coma perché è stato fatale l’impatto della testa con l’asfalto. I parenti non hanno ancora presentato nessuna denuncia, ma intanto la polizia sta svolgendo tutto gli accertamenti del caso. Una mano d’aiuto decisiva per capire cosa sia realmente successo al 42enne potrebbe arrivare dai filmati delle telecamere attorno allo stadio. Anche la moglie di Pontis, Sabrina Massa, ha scritto sui social dell’aggressione, subìta probabilmente da un altro tifoso presente allo stadio
Al momento non ci sarebbe nessuna ipotesi di reato accertata. Se sarà appurata l’aggressione, chi ha ridotto in coma Enrico Pontis sarà accusato di lesioni gravi, sperando che il 42enne si risvegli. Le ultimissime novità che trapelano dall’ospedale parlano di condizioni ancora gravi, almeno sino a ieri sera. Sui social, intanto, sono tantissimi i messaggi di speranza e di vicinanza alla famiglia di Enrico Chicco Pontis: “La priorità è che mio fratello esca dal coma, ovviamente. E che venga accertato cosa gli è capitato, noi siamo certi che sia stato vittima di un’aggressione”.









