di Michele Fiore
Flash mob del popolo di Pratobello e presepe a tema nel giorno del via libera alle aree idonee per l’eolico in Sardegna.
Oggi è arrivato il via libera definitivo sul ddl Aree idonee mentre i consiglieri di minoranza continuano a opporsi e il comitato di Pratobello24 a protestare nel tentativo di far valere la legge popolare e arginare l’assalto eolico e fotovoltaico in Sardegna. E’ stato organizzato un flashmob sotto il palazzo del Consiglio regionale con l’intenzione di circondare il palazzo del Consiglio regionale con una catena umana, come avvenuto qualche sera fa alla Basilica di Saccargia. E’ stato poi allestito un presepe alternativo con un chiaro messaggio polemico: i volti dei capigruppo di maggioranza e del presidente del Consiglio regionale sistemati su fantocci di stoffa seduti attorno a un asino, i cui occhi sono della presidente della Regione Alessandra Todde, e al suo padrone, con la faccia dell’ex premier Mario Draghi. Su un altro pupazzo, un foglio con un punto interrogativo, dell’assessora al Lavoro Desirè Manca.
É intervenuta a tal proposito Maria Grazia Demontis, del comitato Pratobello24, “Oggi succede che il Consiglio, sordo e cieco alla volontà popolare decide di andare avanti per la propria strada, in un decreto che riguarda aree idonee dove i progetti verranno realizzati addirittura senza la necessità di una valutazione dell’impatto ambientale”. Le procedure di realizzazione potranno procedere infatti a passo ancora più spedito. “Quello che il popolo sardo ha chiesto era che la transizione venisse guidata dalla regione Sardegna stessa, non rispondendo ad un diktat esterno per l’individuazione delle aree idonee”. Spiega poi l’iniziativa della rappresentazione di “un insieme di fantocci” in una sorta di presepe a raffigurare il Consiglio, guidato da un ente esterno e una Presidente “cocciuta come un mulo”. “ Hanno ignorato la partecipazione pubblica e la raccolta di migliaia di firme per spianare la strada alle multinazionali”. Amara la conclusione: “É stato infranto il principio originale della transizione che era democrazia energetica, noi chiedevamo solo che l’energia prodotta fosse destinata ai sardi e alle piccole medie imprese locali”.