Una testimonianza che arriva dopo 18 anni e che potrebbe essere un’ulteriore importante elemento per chiarire la posizione di Andrea Sempio, sul quale sono già stati fatti i prelievi per comparare il dna con quello ritrovato sul corpo della povera Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta il 13 agosto del 2007 a Garlasco.
L’uomo ha parlato con l’inviato de le Iene Alessandro De Giuseppe, che ha già provveduto a fornire tutto il materiale ai magistrati. Ha dichiarato di aver deciso di parlare “solo per quella ragazza” e di non averlo fatto prima perché temeva “di finire nei guai”. “Mi è stato ordinato di non dire niente. Non parlo per la mia tutela. Con le leggi che abbiamo in Italia, vai a capire, no?”.
Intanto, Sempio si dichiara tranquillo su queste nuove indagini e tramite il suo avvocato Massimo Lovati fa sapere che sta valutando di tornare a lavoro. gli inquietanti si stanno concentrando anche sulle telefonate che l’allora 19enne fece a casa Poggi per rintracciare il fratello di Chiara, suo amico. “Mi ricordo che ho chiamato una prima volta con il mio cellulare, e siccome ho memorizzato nella rubrica telefonica sia il numero di casa che quello del portatile di Marco, ho sbagliato a inviare la chiamata, per cui ho comunicato con il numero di casa Poggi”, furono le parole di Sempio. Aggiunse poi, in un interrogatorio di un anno dopo, di non essere a conoscenza delle date in cui il fratello di Chiara sarebbe partito in vacanza e che fu la 26enne ad informarlo del giorno del suo rientro.
Altro importante elemento emerso in queste ore sono le tracce di nicotina ritrovate sui capelli di Chiara, ma lei non fumava e nemmeno Alberto Stasi, unico condannato per l’omicidio. I carabinieri all’epoca trovarono anche un posacenere sporco ma senza cicche: “Mia figlia non avrebbe mai lasciato un portacenere sporco in cucina”,ha riferito la madre Rita Preda nella sua deposizione secondo quanto riporta Il Messaggero.