Tanti cartelli, appesi fuori da tutti gli stabilimenti del Poetto di Quartu Sant’Elena, con una scritta nera: “Il Poetto di Quartu Sant’Elena è chiuso per lutto”. A realizzarli, per sé e per i suoi colleghi, è Gianni Murru, il “papà” dell’Altamarea. Il suo locale è chiuso dallo scorso inverno e non riaprirà: “Mai più”, dice, sicuro, Murru. Dopo l’approvazione del nuovo Piano del litorale – previsti ristorati, locali e negozi – arriva anche lo stop definitivo a molte delle attuali strutture. Vetrate e maxi teli devono essere smontati, impossibile anche solo pensare di fare una sola giornata di lavoro: “Ci contestano opere abusive, cioè tende e vetrate, ma con noi operatori commerciali si era deciso di fare un percorso per la modifica del regolamento comunale. È un iter, lungo e complesso, iniziato vent’anni fa. Il sindaco Delunas ha invece disatteso questi accordi”, spiega Murru, “tutto questo perché il Comune non ha recepito la nuova legge nazionale del 2017 che consente di mettere paraventi e dare quindi un servizio migliore”. Niente possibilità di ulteriori deroghe, tra il parquet bianco dell’Altamarea, nei prossimi mesi, camminerà solo la polvere.
“Non posso fare nulla, se smontassi tutte le parti del locale che non vanno bene avrei guai con l’Asl, non posso servire cibi in un’area all’aperto, senza nessuna copertura”, osserva il numero uno dell’Altamarea. “Ho dovuto licenziare dodici dipendenti, nella stagione estiva siamo arrivati a far lavorare anche trenta persone”. E Murru lancia un doppio appello, al Comune quartese e al nuovo presidente della Regione: “Ai consiglieri della maggioranza che sostiene Delunas chiedo di cercare un appoggio”, ovviamente per risolvere la vicenda, “sennò mandino a casa il sindaco. A Christian Solinas chiedo invece un intervento immediato, la situazione ormai è diventata insostenibile. Qui ci sono dieci attività commerciali che non possono più lavorare, con centinaia di lavoratori a spasso”.











