L.D., 77 anni serramannese, da anni ha scelto di trascorrere la sua vita dentro le cinque porte dove ha mangiato, dormito e passato le sue giornate: tanta roba accatastata, “una situazione molto particolare”, aveva specificato il sindaco di Serramanna Gabriele Littera, che aveva fatto temere per la salute dell’uomo, qualche settimana fa, a causa di un ricovero in ospedale e un intervento chirurgico. Sta meglio ora e, con un’azione di persuasione non indifferente, andrà in una struttura, forse a Serramanna, dove potrà vivere più serenamente. Già altri anni si era accampato nel litorale capoterrese, una scelta di vita non compatibile, però, con la salute dell’anziano signore. Qualche mese fa, il presidente della commissione vigilanza Silvano Corda aveva presentato la richiesta formale alle autorità locali competenti al fine di verificare le condizioni igieniche sanitarie. È stato grazie alla sinergia di forze tra istituzioni e cittadini che per “zio L.” oggi si è arrivati all’epilogo auspicato: “In reparto ha terminato e ho dato disponibilità per ospitarlo in breve attesa di una struttura disponibile ad accoglierlo” spiega Giovanni Ruggeri che ha seguito passo passo l’evoluzione della situazione e ha interloquito con il sindaco Littera. “Brontolone com’è, me lo avrebbero consegnato anche stamattina, lui d’accordo, sacchetta compresa. Ma con una pentangolazione medici-assistente sociale ospedaliera-responsabile servizi Serramanna-Sindaco di Serramanna Gabriele Littera che ha velocemente coordinato il tutto, hanno deciso molto giustamente di tenerlo ricoverato fino alla sistemazione definitiva. Mi rimane solo da stimolare perché avvenga presto, prima che gli giri di alzarsi e andarsene, perché può farlo”.
Pochi giorni fa aveva vuotato Ruggeri, con la polizia locale, “l’auto di Zio L., e recuperato quei pochi oggetti che costituiscono il patrimonio affettivo materiale dell’anziano, e che ho preso in consegna. Era contento di saperlo ed accetterà volentieri di entrare in RSA preferibilmente a Serramanna, convinto che non gli mancherà la nostra vicinanza. Questione di tempi burocratici perché la degenza è finita; domani ho appuntamento con l’assistente sociale del presidio ospedaliero per favorire, se potrò, questo passaggio”. Insomma, gran cuore e tanto impegno per garantire a una persona fragile l’aiuto di cui ha bisogno, sentimenti scontati ma che, al giorno d’oggi, lo sono per niente.












