Cagliari, una cooperativa sociale accusata di truffa e frode negli appalti: scattano tre arresti.
All’alba di oggi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Cagliari e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cagliari, nell’ambito di un’ampia indagine su presunte frodi nel settore degli appalti pubblici. In particolare sono stati arrestati marito e moglie: Alessandro Cara e Maria Grazia Meloni, soci della Laurus, la cooperativa sociale finita al centro dell’inchiesta. Il provvedimento riguarda tre soggetti residenti tra Quartu Sant’Elena e Cagliari, già destinatari di recenti sequestri patrimoniali per ipotesi di illecito riconducibili alla medesima inchiesta. L’ordinanza prevede la custodia cautelare agli arresti domiciliari per due indagati, amministratori di fatto e di diritto della cooperativa coinvolta, mentre per un terzo soggetto, anch’egli amministratore, è stata applicata una misura interdittiva. I tre sono indagati, a vario titolo, per truffa aggravata ai danni dello Stato, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e autoriciclaggio.
Le indagini, condotte dai Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Cagliari, hanno messo in luce quello che si presume essere un sofisticato sistema di frode: gli indagati avrebbero presentato falsamente la cooperativa come un ente a mutualità prevalente, destinato all’erogazione di servizi socio-sanitari ed educativi, con lo scopo di ottenere vantaggi indebiti nelle gare d’appalto pubbliche. Grazie a questa rappresentazione, che si assume artefatta, sarebbero riusciti a ottenere contributi per oltre 10 milioni di euro, a danno delle pubbliche amministrazioni. Secondo i risultati dell’inchiesta, la cooperativa avrebbe operato con finalità esclusivamente speculative, sottopagando i dipendenti e impiegando personale privo dei requisiti professionali richiesti per l’erogazione dei servizi.
Questi elementi avrebbero consentito agli amministratori di ottenere ingiusti profitti, accumulando un ingente patrimonio personale. Le misure cautelari personali eseguite oggi rappresentano un ulteriore passo nell’azione di contrasto alle frodi nel settore degli appalti pubblici. Già lo scorso 26 febbraio, nell’ambito della stessa indagine, erano stati sequestrati beni di lusso, orologi, contanti e titoli per un valore complessivo di circa 1,7 milioni di euro, ritenuti provento dell’attività illecita.