È uscita di casa molto presto, come ogni giorno, per andare al lavoro. Ma, mentre si stava dirigendo alla sua automobile, una commessa 58enne di Cagliari, G.D., è stata aggredita. La donna si è subito messa ad urlare, riuscendo ad attirare l’attenzione dei residenti del viale Sant’Avendrace, quasi all’angolo con via Tirso, e soprattutto a mettere in fuga il malvivente, visto da vari testimoni. È la stessa vittima a raccontare, nel dettaglio, i lunghi minuti di terrore, culminati con una rovinosa caduta per terra: “Un giovane, da dietro, ha iniziato a cercare di strapparmi la borsetta. Mi sono difesa urlando, dentro c’erano soldi e soprattutto documenti. Ho chiesto aiuto”, racconta, ancora spaventata e dolorante, la donna. “L’aggressore, un africano che indossava una maglietta rossa e pantaloni neri, è fuggito verso via Tirso. Prima, però, mi ha fatto cadere per terra”. Ad alcune fasi della tentata rapina hanno assistito, dai balconi, alcuni abitanti del viale, raccontando poi sui social ciò che hanno visto: “Verso le 6.30 sono stata svegliata dalle urla di una donna. Sono corsa al balcone e ho visto una signora che si stava alzando da terra e un ragazzo di colore, con una maglietta rossa, fuggire verso via Tirso. Aveva appena cercato di strapparle la borsa. Almeno se n’è andato a mani vuote per le urla coraggiose della signora. Ribelliamoci a tutti i delinquenti, non si può più vivere in pace”, scrive la madre di un giovane che, a maggio, era stato aggredito e scippato nella stessa via da due stranieri.
Intanto, la commessa ha rimediato qualche ferita, fortunatamente leggera, alle braccia: “Non andrò a sporgere denuncia, tanto è inutile”, afferma la cinquantottenne. “Cinque anni fa avevo subìto lo stesso tipo di aggressione in via delle Rondini a Cagliari, le forze dell’ordine mi avevano fatto vedere una serie di foto per cercare di risalire all’aggressore ma era stato tutto inutile”. E la donna, che a Sant’Avendrace abita da una vita, si sfoga: “Il nostro rione è abbandonato, è allo stato brado e nessuno se ne occupa. Anzi, è più corretto dire che siamo allo sbando”.












