Cagliari, chiusura del Luchia, il concessionario rompe il silenzio e chiarisce la questione sulla presunta morosità del canone di occupazione: “Il chiosco non è stato chiuso per i canoni dovuti, noi non dobbiamo un centesimo”.
Negli ultimi giorni, la chiusura del chiosco Luchia di viale Buoncammino è stato al centro di un acceso dibattito riguardante le presunte inadempienze nel pagamento del canone di occupazione e altre violazioni. La concessione era infatti decaduta dopo la sentenza del Consiglio di Stato, obbligando così il personale a dover smantellare tutto e chiudere definitivamente l’attività. Decisione scaturita in seguito alle tante violazioni fatte nel corso degli anni: dalla musica ad alto volume, ad altre violazioni relative al codice della strada. Il gestore Claudio Ara, aveva perso il ricorso al TAR per la decadenza della concessione, per poi essere successivamente sanzionato con una multa di 5 mila euro per l’esercizio dell’attività di somministrazione priva di titolo e occupazione abusiva di suolo pubblico. Andrea Sanna, concessionario del locale ha voluto chiarire la sua posizione rispetto al gestore e alla presunta morosità nel pagamento del canone di occupazione di suolo, affermando che quest’ultimo sia stato interamente saldato: “Abbiamo pagato l’ultima somma a dicembre dello scorso anno, ci è stata rinnovata la concessione per altri 11 anni”, “Dopodiché Ara nel mese di aprile ha fatto un altro abuso, mettendo 150 mq di tavolini, musica e altre violazioni del codice strada, di conseguenza la concessione ci è stata revocata”. “Questo è successo perché nel 2017, quando abbiamo fatto il contratto di gestione, il comune avrebbe dovuto dare automaticamente la concessione temporanea al gestore, cosa che non è avvenuta “, “Così facendo, le rispettive violazioni sarebbero ricadute su di lui, invece le violazioni sono ricadute tutte su noi concessionari”. Andrea Sanna spiega che la concessione è stata persa per colpa del gestore e non per i canoni dovuti, “Abbiamo tutto in regola con tanto di documentazione”, “La nostra è una società sana, abbiamo sempre pagato” prosegue. “Ara non si è mai attenuato alle disposizioni del comune, nonostante ci siano state da parte nostra tante diffide andate a vuoto”, “Ci sarebbe dovuta essere subito la revoca del contratto, a quel punto, noi ci saremo potuti tutelare”. In merito al ricorso fatto al TAR chiarisce: “Il ricorso al Tar è stato bocciato poichè la concessione era stata fatta a nome nostro, e non a nome del gestore, quindi automaticamente le violazioni sono ricadute su di noi”, “Poi c’è stato il Consiglio di Stato a Roma, in cui ci è stato detto che noi concessionari avremmo dovuto prestare maggiore attenzione alle violazioni”, “Queste violazioni sono state fatte a nostra insaputa, non potevamo vivere nel chiosco per controllare cosa succedeva”. “Gli abusi sono iniziati dall’inizio della gestione quindi nel 2017”, “Non mi sembra rispettoso nei nostri confronti che Ara dica che gli è stato portato via il chiosco per i canoni dovuti, noi non dobbiamo un centesimo”, “Quando abbiamo avuto qualche debito, si è sempre pagato”, conclude Sanna.