Addio alla Fiera il primo maggio. Dopo settant’anni padiglioni sbarrati e botteghini deserti, addio alla tradizionale “visita” tra i padiglioni dopo il passaggio di Sant’Efisio in via Roma. Un segno, forse, dei tempi che cambiano: già negli ultimi anni la Campionaria stava vivendo una crisi con la C maiuscola. Sempre meno visitatori e sempre meno standisti, e si è rivelato inutile anche il tentativo dell’ingresso gratuito. I trattori, i coltellini “magici” che riescono a tagliare anche il marmo, gli spremiagrumi automatici, i “famosi” panini con wurstel e cipolla venduti dai “caddozzoni” parcheggiati nel piazzale Marco Polo. Tutti ricordi, ormai. Tra fine aprile e inizio maggio chi ha almeno vent’anni e vive a Cagliari è stato, almeno una volta, alla Fiera Campionaria. L’abbinata Sant’Efisio, passeggiata tra gli stand fieristici e balli sardi in piazza del Carmine il primo maggio viene stravolta: tra piazzale Marco Polo e viale Diaz, domani, regnerà il silenzio, addio alle lunghe code agli ingressi. La Fiera aveva già provato a cambiare pelle, l’anno scorso solo quattro padiglioni avevano aperto per l'”Expo Mediterraneo”.
Centocinquanta gli espositori, numeri nettamente in calo rispetto ai tempi d’oro degli anni Ottanta e Novanta. L’ingresso gratuito aveva attirato un po’ di visitatori, ma la “marea umana” alla quale erano abituati gli organizzatori è rimasta, anche dodici mesi fa, un miraggio. Adesso, lo stop all’apertura per Sant’Efisio, che arriva conseguentemente all’annullamento di “Gusto in fiera”, previsto – e poi cancellato sei giorni fa, dal ventisette aprile al primo maggio.









