“La Corte Costituzionale ha confermato oggi l’incostituzionalità di numerosi passaggi della legge sull’autonomia differenziata, ritenendo fondate le ragioni illustrate nel ricorso sardo. Questa legge non si può applicare automaticamente alle regioni speciali come la Sardegna. Come più volte dichiarato, la Sardegna non può accettare una legge che mina la sua specialità, che la danneggia e che rappresenta una minaccia per il principio fondamentale di uguaglianza tra tutti i cittadini. Per come è stata pensata, questa è una legge che favorisce le regioni più ricche a discapito dell’equità e della solidarietà nazionale oltre che delle prerogative costituzionali che ci sono state riconosciute attraverso il nostro Statuto. La Sardegna si è battuta con tutti gli strumenti possibili per difendere la costituzione, i diritti, l’uguaglianza e la dignità dei sardi e di tutti i cittadini. E lo continuerà a fare.”
Così la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, commenta la recente sentenza della Corte Costituzionale sulla riforma Calderoli.
La decisione della Corte, infatti, ha rappresentato un momento cruciale per il futuro dell’autonomia differenziata e ha suscitato reazioni trasversali. Secondo il senatore Marco Meloni del Partito Democratico, la sentenza è una chiara bocciatura delle scelte politiche del governo e della maggioranza di destra, che hanno cercato di minare l’unità del paese e i diritti fondamentali dei cittadini.
“La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta una netta bocciatura delle scelte politiche del governo e della maggioranza di destra, che hanno cercato di compromettere l’unità del paese e di minare i diritti fondamentali dei cittadini,” afferma Meloni. “Con questa sentenza, la Corte stabilisce chiaramente che non è possibile trasferire indiscriminatamente alle Regioni competenze cruciali come quelle relative all’energia, alla tutela dell’ambiente, al commercio estero e all’intera istruzione. Non possiamo permettere che l’Italia si trasformi in un mosaico disgregato, in cui ogni regione agisce per conto proprio, senza tenere conto degli effetti sul resto del paese”.
Infine, il parlamentare del PD conclude: “Il modello di autonomia proposto dalla Lega, che rischiava di accentuare le disuguaglianze, dovrà essere necessariamente rivisitato. Ci auguriamo che, in attesa della decisione della Cassazione sui quesiti referendari, sarà il popolo a esprimersi su questa questione. Il Partito Democratico continuerà a difendere in ogni sede i principi costituzionali di unità, solidarietà e coesione nazionale.”