Villacidro, da oltre un anno attendono la chiamata dall’Inps per la visita di invalidità: “Mamma ha l’Helzeimer”

A raccontare le difficoltà è Martina Saiu: “Mio padre ha avuto un infarto il 5 settembre 2023 e il giorno 9 è stato dimesso dall’ospedale dopo l’applicazione di uno stent. Rientrato a casa, quello stesso giorno, mia madre ha smesso di riconoscerlo e lo ha buttato fuori di casa. Aiutateci”


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Villacidro – Da oltre un anno attendono la chiamata dall’Inps per la visita di invalidità: “Mamma ha l’Helzeimer, io e mio fratello ci dividiamo per accudirla”. Tempi lunghi che non rispettano le esigenze di chi combatte con una malattia, in questo caso quella che non permette di riconoscere nemmeno la propria faccia allo specchio. “Cosa dobbiamo fare perché mia madre e tanti altri malati abbiano l’assistenza che meritano?”. A raccontare le difficoltà è Martina Saiu: “Mio padre ha avuto un infarto il 5 settembre 2023 e il giorno 9 è stato dimesso dall’ospedale dopo l’applicazione di uno stent. Rientrato a casa, quello stesso giorno, mia madre ha smesso di riconoscerlo e lo ha buttato fuori di casa.
Ancora convalescente, pochi giorni dopo aver avuto un infarto.
Dal giorno mio fratello ha smesso di lavorare per circa 6 mesi prendendosi cura dei miei genitori in quella situazione drammatica. Io aiutavo come potevo ma ho un compagno e due bambini piccoli e non potevo essere presente 24 ore su 24. Il mio Problema: prima visita Inps bloccata da 1 anno e 6 giorni.
Mia madre è malata di Helzeimer ma per lo Stato risulta essere una persona sana. Il 20 novembre 2023 abbiamo presentato richiesta all’INPS per il riconoscimento dello suo stato di invalidità ma a oggi, 25 novembre 2024, un anno e 5 giorni dopo, non le è ancora stata fatta la prima visita che dia il via all’iter per riconoscere ufficialmente il suo problema.
Cosa abbiamo fatto per avere risposte? Io e mio fratello abbiamo parlato con chiunque, l’INPS di Roma, l’INPS di Sanluri, con gli assistenti sociali del comune ma nessuno ci aiuta ad andare avanti con la sua pratica”.
La donna è accudita dai figli “ma il grosso della responsabilità ricade su mio padre, cardiopatico, che l’assiste 24 ore su 24. Abbiamo bisogno di un aiuto perché anche per la più banale visita non abbiamo, per esempio, diritto al parcheggio per disabili, e così via per ogni cosa che riguarda la sua salute”. Una richiesta d’aiuto, che parte dal cuore e dal dispiacere, “è difficile aprirmi e parlare di mamma ma l’ho fatto per lei e per tutte quelle persone nella sua condizione che non hanno una famiglia alle spalle che lotti per loro.
Cosa dobbiamo fare perché mia madre e tanti altri malati abbiano l’assistenza che meritano?”.


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