Tari da capogiro per tutti a Cagliari, portafogli più vuoti dai lavoratori ai pensionati: “Aumenti intollerabili”

Dalle case agli uffici, passando per i locali food già inseriti nel computo. Le punte choc del 38% della tassa dei rifiuti scontentano giovani, anziani, addirittura qualche consigliere comunale e le principali associazioni dei consumatori: “Ottantaquattromila avvisi di pagamento già in partenza, in mezzo a rimpalli di responsabilità a rimetterci sono i cittadini”


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A Cagliari la Tari da capogiro è già stata servita alla maggior parte dei residenti. Aumenti del 15%, ma si tratta di una media, visto che esistono addirittura punte del trentotto per cento in più rispetto all’anno scorso. Dai nostri lettori sino ad arrivare a chi utilizza Facebook assiduamente sono tante le testimonianze, con tanto di “imprecazioni” a contorno o quasi, legate al salasso. I ventisei conferimenti annuali del secco? Chi li ha rispettati non balla certo per la felicità, visto che non è servito praticamente a nulla. I risparmi sono per la quasi totalità una chimera, i rincari sono tra 30 e i settanta euro di media, ma c’è addirittura chi dovrà pagare seicento euro in più. Il sindaco Massimo Zedda ha spiegato che, chi vuole cercare colpe legate al rialzo da infarto, deve andare a bussare distante dal Comune. Ma la percezione di una buona fetta di cittadini è che, almeno sui rifiuti, si sia tornati al refrain “colpa di Zedda”. Aumenti per tutti, quindi. Come per Simone, titolare di una pasticceria nella zona di Mulinu Becciu: “Fino a due anni per la mia attività pagavo duemila euro, l’hanno scorso ne ho pagati tremila e quest’anno 3600, è vergognoso”. Marco, un ristoratore, dovrà sborsare oltre cinquemila euro per la Tari 2024: dalla sua rabbia, esternata per qualche ora anche sui social, è facilissimo capire che la mazzata sia arrivata anche a lui. Bisogna pagare, non c’è un’altra soluzione in attesa che il sindaco Massimo Zedda concluda quello che lui stesso ha definito un “ragionamento per cercare di abbarrare la Tari 2025”.
Tra i tanti rimasti amaramente sorpresi c’è anche Giuseppe Farris, avvocato e consigliere comunale di Civica 2024. In Aula utilizza pochissimi fogli di carta. Da legale, con l’avvento della tecnologia, il pc aiuta. Eppure, il salasso è arrivato anche per lui, con due documenti: “Il primo concerne lo studio professionale: 611,60 euro. Il secondo, invece, riguarda la Tari dell’ abitazione: 1183,60 euro. Totale: 1795,2. Riflessione immediata”, osserva Farris, “quello che sto pagando non è una tassa sui rifiuti. La Tari dello studio, così strutturata, è un tributo sul mio lavoro, considerato che l’unico mastello che esponiamo è quello della carta, peraltro in quantità sempre minore dopo l’avvio del processo civile telematico. La Tari della casa, invece, è un tributo sulla mia proprietà immobiliare, visto che l’abitiamo solo in due e mangiamo prevalentemente fuori casa”. Insomma, a prescindere da fazioni o “tifi” politici, prevale lo sbigottimento. E le associazioni dei consumatori non stanno a guardare: “Nella città dei fenicotteri a mettere le ali è l’imposta comunale sulla raccolta dei rifiuti. Aumenti medi vicini al 15% con punte del 38%. Sono 84mil gli avvisi di pagamento in partenza questi giorni per i residenti del capoluogo ed in mezzo a un rimpallo di responsabilità a rimetterci è sempre il cittadino”, tuona Simone Girau di Adiconsum Cagliari. “Era attesa ampiamente, questo è vero, ma di fronte alla congiuntura economica questo aumento resta un fatto intollerabile. A noi non interessa conoscere la responsabilità di questo aumento. A noi interessa conoscere le soluzioni che l’amministrazione intende mettere in campo per contrastarlo. Per questo motivo ci muoveremo nelle opportune sedi per avanzare proposte a tutela dei consumatori cagliaritani”.


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