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Questa mattina è stato dato il via alla rimozione della rivolta messa in atto durante i mesi estivi da chi non condivide la realizzazione delle stazioni di Terna a favore del Tyrrhenian Link, l’imponente progetto che consentirà di trasportare energia attraverso un doppio cavo sottomarino. Centinaia di manifestanti si sono alternati in località Su Padru, per cercare di impedire l’avanzamento dei lavori. Sino a stamattina, quando il blitz delle forze impiegate ha bloccato le vie d’accesso all’area e identificato i presenti. “Purtroppo arriva in una fase di grande fragilità del movimento di lotta contro la speculazione energetica e contro il Tyrrenian Link – ha comunicato il Comitato di difesa del territorio No Tyrrhenian Link – diviso tra aree idonee, pratobello e referendum confermando la maledizione primitiva di ” dividi et impera”.
Le istituzioni comunali metropolitane e regionali sorde ai richiami dei comitati in difesa del territorio, che hanno lasciato agire nei nostri territori Terna SpA fuori dalle regole democratiche.
Il presidio è nato 4 mesi fa a seguito di un’azione “violenta” di Terna SpA che nella notte e l’alba di sabato e domenica il 7 luglio ha sradicato gli ulivi del terreno di un proprietario che si è opposto all’esproprio.
L’ ulivo il presidio diviene ben presto il simbolo a livello Nazionale della resistenza e della lotta alla speculazione energetica, troppo pericoloso per gli speculatori che spostano la lotta ad Oristano al porto per impedire l’uscita dei camion con le mega pale destinate a Villacidro.
E poi la pratobello 24 raccolta firme che hanno mobilitato 211.000 sard* ma che non hanno sortito l’effetto sperato rispetto ad una classe politica inadeguata e poi divisioni e ancora divisioni tra chi ha aderito alla pratobello e chi invece ha preferito altre proposte.
Il coordinamento dei comitati sardi contro la speculazione energetica il 30 Agosto ha portato in piazza oltre 4000 persone ma non è servito a smuovere l’ottusità di chi deve rappresentare un popolo;
Un popolo che rivendica il diritto di scelta della transizione ecologica giusta per la Sardegna e si oppone alla invasione barbarica colinizzatrice dello Stato che vuole imporre alla Sardegna l’ennesima Servitù dopo quella militare ora la Servitù Energetica”.