San Sperate, due piante comprate a Elmas incastrano Igor Sollai per l’omicidio di Francesca Deidda


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Due piante costate 37 euro al Leroy Merlin di Elmas e pagate con la sua carta di credito lo scorso 15 maggio incastrano Igor Sollai, il 43enne in carcere a Uta per l’omicidio della moglie Francesca Deidda, scomparsa da San Sperate il 10 maggio e ritrovata cadavere in un borsone da palestra il 18 luglio tra i monti di San Priamo, lungo l’orientale sarda 125. Due piante di viburno lucido acquistate probabilmente per nascondere il borsone con il cadavere all’interno, trovato dopo qualche giorno di ricerche grazie al fiuto dei cani molecolari. Nei giorni precedenti erano stati trovati alcuni oggetti personali di Francesca, il bite dentale, il beauty case, l’accappatoio. Le indagini dei carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Marco Cocco, hanno poi accertato che con il furgoncino e le piante a bordo dopo averle acquistate, Sollai sarebbe andato nella zona del ritrovamento. Ad accendere il faro degli inquirenti sulle piante, il fatto che la zolla di terreno fosse ancora attaccata.
Si complica, dunque, la posizione di Sollai, unico sospettato per la l’omicidio di Francesca, che continua a professarsi innocente e che ha scritto una lettera al fratello di Francesco, Andrea, chiedendogli di incontrarlo e ribadendo la sua estraneità ai fatti. Ma gli elementi a carico di Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, secondo gli inquirenti sono chiari: subito dopo l’omicidio, il camionista che potrebbe essere sottoposto a giudizio immediato, si sarebbe impossessato del telefonino di Francesca per continuare a mandare messaggi a parenti e amici, rassicurandoli sulle sue buone condizioni e comunicando la decisione di allontanarsi da casa per qualche tempo. Si affievolisce invece l’idea che un complice abbia aiutato Igor, come ipotizzato dopo un primo sopralluogo dalla criminologa Bruzzone, consulente dei legali della famiglia di Francesca, uccisa sul divano di casa e trascinata fino al luogo del ritrovamento.