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Avanti tutta con l’esame del disegno di legge sulle aree idonee per gli impianti di produzione di energia rinnovabile in Sardegna: la maggioranza di centrosinistra ha deciso di ignorare la sospensiva del consiglio di Stato e di tirare dritto, anche se tutto il percorso rischia di essere completamente bruciato a febbraio prossimo, quando il tar del Lazio discuterà nel merito il ricorso contro una parte del decreto ministeriale che consente alle Regioni di trasformare in non idonee aree precedentemente individuate come idonee. Il punto contestato dai giudici amministrativi di secondo grado è proprio questo: le Regioni non possono restringere il campo se in precedenza quelle aree erano idonee. Ma la maggioranza di centrosinistra guidata dalla 5 stelle Alessandra Todde ha deciso di ignorare la sospensiva e di andare avanti, mentre il pressing del popolo di Pratobello per ritirare il ddl 45 e portare in aula la legge di iniziativa popolare aumenta di ora in ora.
Su tutto, un dato di fatto: la Sardegna, devastata dai suoi drammatici problemi che nella sanità e nei trasporti hanno solo la punta dell’iceberg, è totalmente ostaggio dello psicodramma rinnovabili. La maggioranza, e la Todde prima di tutti, pensano solo a questo e si occupano solo di questo. Il consiglio regionale si riunirà dunque nuovamente domani, alle 10. Per parlare, manco a dirlo, di aree idonee e rinnovabili.