Quartu, rischia l’amputazione di un dito dopo la puntura di un insetto


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Quartu Sant’Elena – Rischia l’amputazione di un dito dopo la puntura di un insetto: Gino Mascia ricoverato al policlinico di Monserrato, 3 settimane fa la disavventura a Venezia, “non è stata riconosciuta e dopo settimane di antibiotici e visite il mio dito oggi verrà operato d’urgenza con il rischio di poterlo perdere perché è passato ormai diverso tempo”.

Un racconto pubblico, “non posso far finta di nulla e mi sento di condividere con voi il trattamento ricevuto da immigrato per lavoro in una città, aggiungerei in una bellissima città perché è davvero bella” spiega il giovane. Tutto ha inizio tre settimane fa, a Venezia, la puntura da parte di un insetto, il dolore, la febbre alta e l’arrivo al pronto soccorso dove, a detta del giovane, sarebbe stato sottovalutato il suo stato di salute. “Mi dissero “Sei venuto qui per un dito gonfio?” “Il ragazzo ha fatto una scenata in sala, si è fatto venire i conati ed è svenuto”

Questo disse la dottoressa del pronto soccorso al suo cambio turno quando sono stato stato raccolto da terra scivolato dalla sedia a rotelle ormai senza forze con la febbre a 40.5 e i vestiti fradici di sudore. Al mio risveglio “l’infermiere” mi chiese “hai bevuto? Sei ubriaco?”

Ma ancor prima c’è la chiamata al 118 che chiamai perché non riuscivo ad alzarmi dal letto e a tenere gli occhi aperti “Guardi non è urgente le conviene prendersi un taxi perché le ambulanze sono tutte in giro al momento e oltretutto il trasferimento le costerebbe 170€ perché non è residente”

Sono deluso, incavolato e preoccupato, ormai tre settimane fa a Venezia è iniziata questa agonia, data da una puntura di un insetto velenoso”. Ieri è stato effettuato l’intervento a Monserrato. “Non sono solito a fare questi post – prosegue il giovane, noto come influencer – ma quando si tratta di salvare le vite delle persone e in questo caso salvare la mia mano destra.

Ora la mia priorità e il mio pensiero è che vada tutto al meglio, che possa salvarmi dall’amputazione e che possa riprendere in “mano” la mia quotidianità”.