Quale rapporto tra Chiesa e cultura? Un incontro-dibattito a Cagliari

Incontro-dibattito degli intellettuali che operano nella città metropolitana di Cagliari con l’arcivescovo Giuseppe Baturi sulla tematica del “rapporto della Chiesa con la Cultura”.


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Le Associazioni laicali dell’Arcidiocesi di Cagliari organizzano giovedì 24 ottobre, alle 18, presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, via Sanjust, un incontro aperto degli intellettuali che operano nella nostra città con l’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi, sulla tematica del “rapporto della Chiesa con la Cultura”. Precisamente l’argomento è delineato nella relazione svolta dal Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ai lavori della 79ª Assemblea Generale della CEI (che è svolta in Vaticano dal 20 al 23 maggio u.s.) – come più avanti riportato – che mons. Baturi, segretario generale della CEI, illustrerà e su cui chiederà che venga espresso il “punto di vista” degli intellettuali convenuti all’incontro.

Il “luogo” dove è più possibile trovare intellettuali da invitare all’incontro è ovviamente l’Accademia: per ambito laico e per ragioni di vicinanza le Universitá di Cagliari e di Sassari, la Facoltà Teologica Sarda, nonché il mondo della scuola, delle professioni, della comunicazione, dell’economia e delle arti e così via.

La tipologia delle persone invitate e da invitare riguarda i credenti come i non credenti, nel richiamo di un concetto caro al card. Carlo Maria Martini e al filosofo Norberto Bobbio: “La differenza rilevante non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti; ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono”.

Un’altra precisazione: a questo incontro sono invitati tutti gli intellettuali (nell’accezione più ampia) che operano nella città metropolitana e oltre.

CEI: “Il rapporto con la cultura. Per non perdere vitalità e capacità comunicativa la Chiesa deve fare i conti con la cultura nel suo insieme, prendendo in considerazione tanto le élite intellettuali laiche che la dominante cultura di massa. Senza rapporti con il mondo della cultura, la Chiesa perde anche il contatto con il mondo sociale, oggi molto più estesamente scolarizzato e acculturato di quanto fosse nella prima metà del secolo scorso. Nonostante l’originalità e la determinazione di Papa Francesco, dobbiamo chiederci se non pecchiamo di “timidezza” e di mancanza di “fantasia creativa” in ambito culturale. In altri termini, una Chiesa che non sia militanza e immaginazione culturale soffre di una colpevole, grave mancanza e omissione: non rende vivo e attuale il messaggio cristiano. La Chiesa deve aiutare la discussione critica delle ideologie, dei miti, degli stili di vita, dell’etica e dell’estetica dominanti. Se è vero che la Chiesa ha bisogno di cultura, aggiungerei che è anche la cultura ad avere bisogno del punto di vista cristiano. Sono sicuro che, memori della storia che ha da sempre accompagnato la Chiesa in Italia nel con-venire dei Convegni Ecclesiali, coinvolti da quella compassione di Gesù verso le folle e la loro sofferenza, tradurremo questo vissuto in “comunione, partecipazione e missione” per sperimentare ancora oggi, in questo nostro tempo difficile, i prodigi che lo Spirito compiva nella prima generazione”.


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