Le parole del padre di Daniele Virgili, il giovane vigile urbano che ha perso una gamba dopo essere stato investito assieme ad altri due agenti in zona Tiburtina a Roma da un carabiniere in stato di ebbrezza, sono strazianti e piene di dolore. Un uomo che vive il dolore di un figlio a cui la vita è cambiata per sempre. È Il Messaggero a raccogliere il suo umano sfogo: “Lascerò il lavoro e dedicherò tutta la mia vita a Daniele. Vivrò solo per lui, per avere la giustizia che merita dopo che un ubriaco gli ha distrutto la vita”, ha raccontato papà Maurizio al quotidiano romano. “È stato lui stesso ad avvertirci. Un messaggio inviato su WhatsApp subito dopo lo scontro. Ci ha detto “mi hanno investito, non sento più le gambe. Sto morendo”. Mi si è gelato il sangue. Ci siamo precipitati sul luogo dello schianto restando in contatto con lui al telefono fino all’arrivo. Una volta sul posto ci siamo trovati davanti a una scena agghiacciante che non dimenticherò mai. Io gli ho stretto la mano finché l’ambulanza non lo ha portato via. Ripeteva “Ti voglio bene, sto morendo, sto morendo”. Io ero disperato e arrabbiato”. Agghiacciante il momento dell’arrivo sul luogo dell’incidente: “L’uomo che lo ha investito era ubriaco e rideva davanti a noi. Ci guardava quasi con aria di sfida, con fare strafottente, senza rendersi conto di quello che aveva combinato. Aveva appena distrutto la vita di un ragazzo che finalmente aveva realizzato il suo sogno e ora non potrà più perseguirlo. Sono distrutto e voglio giustizia”. Al momento, il carabiniere 47enne alla guida della vettura che ha investito Daniele e le sue due colleghe indagato per lesioni stradali gravissime aggravate dalla guida sotto effetto di alcol.