Nuoro, interrogato il ragazzino sopravvissuto alla strage: si scava nel passato della famiglia

Il piccolo è stato sentito in audizione protetta dopo un intervento chirurgico alla faccia. Con gli inquirenti, ad ascoltare il ragazzo, erano presenti anche uno psicologo e il tutore legale nominato dalla Procura. Attesa per le 5 autopsie e per i funerali


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E’ stato interrogato in ospedale il 14enne sopravvissuto alla strage di Nuoro. Il ragazzino è, l’unico a sapere cosa è avvenuto alle 7 di mercoledì mattina nell’appartamento di via Ichnusa.  Il piccolo è stato sentito in audizione protetta dopo un intervento facciale per la rimozione di alcune schegge nel reparto di Otorinolaringoiatria del San Francesco. Con gli inquirenti, ad ascoltare il ragazzo, erano presenti anche uno psicologo e il tutore legale nominato dalla Procura, Antonio Cualbu. Ma, anche a causa dello stato emotivo del minore, al momento non sono ancora emersi elementi in grado di chiarire la vicenda.

Con il ragazzo, che l’ha scampata perché ha raccontato di essersi finto morto, ce la farà anche la nonna 84enne e madre di Gleboni, Maria Esterina Riccardi. Unico testimone oculare sulla scena del delitto e componente di quella famiglia che a detta di molti sembrava perfetta, è lui l’elemento chiave per capire cosa sia successo all’alba di mercoledì, quando suo padre, agente forestale con la passione per le armi sportive, che a detta di molti adorava moglie e figli ma a detta di altri era ossessionato dalla mania di controllo sulle loro vite, ha ammazzato tutti con la sua 7.65 regolarmente detenuta. Finora il ragazzo ha detto che quella mattina i genitori avevano litigato e che “urlavano tutti”: ha aperto lui la porta di casa ai carabinieri chiamati dai vicini, dicendo loro “sono morti tutti”. Le testimonianze di vicini di casa e amici della coppia sono contradditorie: c’è chi assicura di non aver mai sentito un litigio tra i due e chi invece parla di crisi di coppia e di Gleboni come possessivo e irritabile, con reazioni sproporzionate per problemi banali. E c’è ancora chi racconta di una malattia della moglie che negli ultimi tempi potrebbe aver sconvolto l’uomo, perciò gli investigatori stanno acquisendo la documentazione sanitaria di tutta la famiglia, oltre a quella patrimoniale per capire se ci fossero problemi finanziari che, mormora qualcuno, avrebbero indotto il 52enne a bere. Anche computer e telefonini dei componenti della famiglia sono stati già sequestrati e in fase di analisi.

Nuoro, intanto, sconvolta dalla tragedia, tenta di reagire. Ieri, dopo una veglia di preghiera, la gente è scesa spontaneamente in strada, sfilando “per dar voce alle donne che non ce l’hanno più”. Per sabato mattina sono fissate le autopsie al Brotzu di Cagliari, mentre di sera ci sarà una fiaccolata organizzata dal comune barbaricino.

Due giorni fa, Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni, ha impugnato la sua semiautomatica 7.65 e ha ucciso con colpi di pistola alla testa, la moglie Giuseppina Massetti, di 43 anni, i figli Martina e Francesco, di 24 e 10 anni, e infine il vicino di casa, Paolo Sanna, il 69enne incontrato per caso nel pianerottolo mentre usciva dall’appartamento. L’uomo ha ferito anche l’anziana madre – ricoverata in Rianimazione a Nuoro – e poi si è suicidato.

 

 


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