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Le pale eoliche sono il nemico da combattere per chi vuole che il territorio non sia invaso da qualcosa di innaturale, ma basta semplicemente affacciarsi fuori dal finestrino mentre si è in macchina oppure passeggiare a tre passi da casa, per constatare che, oltre i giganti del vento, i parassiti della natura si chiamano rifiuti indifferenziati. Da Cagliari in poi lo scenario è pressoché identico: pattume in mezzo al verde o in riva a fiumi, stagni, mare; la carovana dei caddozzi è sempre in movimento con il suo carico di macerie da smaltire. E poco importa se esistono le aree dove depositare gli avanzi che non servono più, per smaltire il pattume, pare, sia più semplice caricarlo in macchina e partire verso i luoghi da proteggere. Immagini che parlano chiaro, a Santa Gilla come a Sarroch, lungo la ss 195 come nella scogliera a pochi metri da Cala Regina: uno scenario che colpisce il cuore, una battaglia dura da vincere contro i nemici dell’ambiente. E si crea la riflessione tra chi nota la disarmonia, la lotta contro i ventilatori da 200 metri che, magari, sorgerebbero in mezzo al pattume. Un rispetto buttato in cantina verso l’ambiente da proteggere, una mobilitazione che affonda i piedi non nel verde incontaminato. E le amministrazioni? Guardano e agiscono, spendono fondi incalcolabili per ripulire, fototrappole attive che riprendono in faccia chi sfida la legge. Sanzioni penali e obbligo di bonifica quando gli autori dei reati hanno anche nome e cognome. Intanto i cittadini, che non si voltano dall’altra parte, continuano a segnalare le discariche, a riunirsi in gruppi per ripulire dove gli altri sporcano incessantemente, “la spazzatura viene rimossa ma dal giorno seguente è peggio. Ma che rimedi esistono? Spremiamoci le meningi, non si può continuare così per sempre. Cosa possiamo fare?” esprime un residente. “È disarmante, ma credo si possano fare molte cose, forse in modo più coordinato: educazione, formazione, repressione, controllo, servizi, incentivazioni finanziarie” espone un altro. E intanto c’è chi capovolge Pratobello 2024 a Pratobrutto 2024 “perchè i sardi hanno a cuore il paesaggio, l’ambiente, la loro storia. Quasi tutti…”.