Capoterra, a Poggio dei Pini il caso degli spogliatoi da abbattere mette contro Comune e Regione

Il consigliere di maggioranza Franco Magi: “Siamo su scherzi a parte”. Una questione che proprio non va giù e per la quale si preannuncia uno scontro senza precedenti, “il Comune di Capoterra e la Cooperativa Poggio dei Pini sapranno difendere al meglio le loro ragioni, di diritto e di buonsenso”


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Capoterra, Poggio dei Pini – Guerra tra Comune e Regione: alle istituzioni locali la richiesta di abbattere gli spogliatoi del campo sportivo e la strada comunale. Il motivo? Insisterebbero su un ramo secondario del Rio San Gerolamo, che nelle carte topografiche più recenti, però, non è rappresentato. Il consigliere di maggioranza Franco Magi: “Siamo su scherzi a parte”. Una questione che proprio non va giù e per la quale si preannuncia uno scontro senza precedenti, “il Comune di Capoterra e la Cooperativa Poggio dei Pini sapranno difendere al meglio le loro ragioni, di diritto e di buonsenso”. Di recente al palazzo comunale è giunta una missiva da parte della Regione che chiede di “provvedere, con la consentita urgenza, a norma dell’art. art. 35 D.P.R. 380/01, alla demolizione delle opere e il ripristino dello stato dei luoghi” della zona sportiva di Poggio dei Pini. “Sarebbero incredibilmente da “demolire” una piccola parte di opere (tra cui gli spogliatoi del campo di calcio) e la strada comunale – realizzate negli anni 60 – che insisterebbero su un ramo secondario del Rio San Gerolamo – in realtà inesistente da oltre 60 anni. Per tentare di giustificare tale assurdità, si è giunti a scomodare una cartografia storica risalente al 1933 allegata alla relazione dei vincoli vigenti in agro di Capoterra redatta a cura della Milizia Nazionale Forestale – I Coorte Autonoma di Cagliari, nella quale si rilevava il ramo secondario del Rio San Gerolamo” spiega Magi.

Tutto ciò, però, ignorando una causa civile in corso, iscritta al R.G. :7337/2021, dalla cui consulenza tecnica d’ufficio è emerso che “nella carta topografica del 1933 si rinviene il tracciato del ramo secondario del Rio San Gerolamo, che nelle carte topografiche più recenti non è rappresentato. Tali rilievi lasciano spazio all’ipotesi che nel tempo vi sia stato un abbandono del ramo secondario conseguente a fenomeni naturali derivanti dal regime torrentizio irregolare del Rio San Gerolamo”, nonché, prosegue il consulente del Giudice “si desume che le aree relative alle particelle in questione fossero in origine lambite dal ramo secondario del Rio San Gerolamo, di cui rappresentano oggi un alveo abbandonato, del quale, peraltro, non si evidenziano in superficie le tracce”.

Un’area sportiva che è una eccellenza nel territorio, che da sempre ha raggiunto grandi traguardi sportivi, contribuendo alla crescita sociale, sportiva e culturale di giovani e meno giovani. Richiesta, inoltre, l’identificazione dei presunti responsabili, “che probabilmente sono nati due secoli fa. Tutto ciò è inspiegabile, ma ciò che desta sconcerto è il metodo: si forma il documento amministrativo, che immediatamente viene consegnato ed utilizzato a fini strumentali per creare confusione. L’intera Comunità deve stare unita, non vi sarà la benché minima demolizione di nulla”. Anzi: la zona sportiva sarà più bella di prima, grazie al finanziamento di 500 mila euro stanziato nel 2023. “Resterà soltanto la miseria umana di chi cerca di tentare di speculare sul futuro di un’area sportiva, gestita da una associazione senza scopo di lucro e di proprietà di una Cooperativa a mutualità prevalente, che è anch’essa senza scopo di lucro” aggiunge Magi.


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