Cagliari, Anastasia è stata estubata: la ragazza continua a lottare per la vita

La giovane, che si trova nel letto della rianimazione del Santissima Trinità, lotta ancora per la vita.


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“Spero che la storia di mia figlia serva a far sentire meno sole le famiglie e i tanti ragazzi con malattie mentali che sono lasciati soli”. Una ragazza che è entrata nel cuore di tutti, si chiama Anastasia, Chicco Lecca, collega e amico dell’indimenticabile Antonello Lai, da tempo ha raccolto l’appello lanciato dalla sua mamma coraggio: un grido disperato per trovare il modo di aiutare la sua ragazza, affetta da una rara malattia psichiatrica. Durante queste settimane, una crisi, l’ennesima, ha causato un tracollo che ha costretto la giovane a lottare in un letto di ospedale, in coma farmacologico. Da allora, ancor più, chi ha imparato a conoscere Anastasia e la sua mamma prega al fine che la ragazza si possa riprendere e riuscire finalmente a trovare la sua strada, quella della stabilità. Impossibile, però, che possa farlo da sola con il solo aiuto della mamma che, instancabilmente, mai la lascia da sola. Anzi: ha deciso di raccontare quello che accade, un grido disperato rivolto a tutti, per mettere in evidenza le difficoltà che si celano dietro a casi complicati, quelli dove il male affligge la mente, una ratio che ragiona a modo suo. Per vari motivi, patologie, disturbi e la necessità di una costanza medica assidua, perché non si guarisce ma si può, senza dubbio, imboccare una via che rende la vita dignitosa e meno sofferente, sia per il paziente che per i familiari. “Purtroppo sono tante le famiglie che si trovano in balia del sistema che se ne frega di queste problematiche, che soprattutto negli ultimi anni stanno devastando le nuove generazioni” spiega la donna. “I ragazzi sono il nostro futuro”.

Giovani alle prese con i demoni immaginari, inspiegabili, invisibili per tanti ma non per chi ci convive, ogni giorno, a tal punto da causare un malessere spesso irreversibile. Un dolore tremendo, quello dell’anima, innanzitutto, e spietato per i familiari che sono impotenti innanzi a tanta crudeltà che si è abbattuta nella vita di chi, nei migliori anni della vita, è sopraffatto da pensieri e turbolenze emotive, deviate da una psiche che ha bisogno di essere sostenuta, costantemente. Psicofarmaci e terapie aiutano, ma non bastano: la necessità di una condizione pressoché permanente, una vigilanza stretta e un supporto costante, adeguato per liberare, anche solo in parte, dalla mente i demoni immaginari. Non chiedono tanto i cari dei malati affetti da psicopatie, solo più attenzione e premura verso questa piaga sempre più diffusa. Un supporto specialistico in grado di coprire le giornate, sino a quando è essenziale. Perché basta veramente un attimo, come accaduto ad Anastasia, e tutto può degenerare nel peggiore dei modi. Accogliere la richiesta di una mamma che lotta per la sua ragazza è, quindi, un obbligo: per lei non è stato semplice affrontare pubblicamente il dolore di una situazione che condiziona la sua vita, ma è una battaglia che porta avanti con coraggio non solo per Anastasia bensì per tutti i giovani che hanno bisogno e meritano di essere seguiti con maggiore attenzione da un sistema che, per varie cause, a volte è lacunoso. In gioco c’è la vita, e Anastasia è l’esempio di questa condizione che merita attenzione e riguardo.


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