Cagliari, residenti del centro contro Truzzu: “Tavolini a 75 cm dagli ingressi delle case”

Abitanti in rivolta dopo le nuove concessioni ai locali: “Come si può pensare di attivare impunemente nuove sorgenti di rumore in quartieri dichiarati dalla Regione in criticità acustica e in emergenza sanitaria? Non sappiamo che programmi abbia questa Giunta. Per questo Truzzu da 2 anni non ci riceve”


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“La logica perversa che in queste ore di apparente “post Covid” guida la mano del Comune di Cagliari in tema di politica economica e di vivibilità urbana è quella fallimentare e stucchevole di questi anni: più tavoli per strada per tutti”. Il Comitato Rumore no grazie esprime tutta la sua delusione e rabbia per l’ondata di tavolini in arrivo, (per sostenere le attività senza lavoro da mesi sono stati aumentati gli spazi esterni di suolo pubblico in concessione) in città,
Una logica già sperimentata che ha portato  alla contrazione del numero dei pubblici esercizi e degli addetti: conseguenza di un innalzamento del tasso di  mortalità delle imprese tipico degli anni di guerra. 
Ritenere che alla contrazione del potere d’acquisto e del reddito delle famiglie possa conseguire un aumento della domanda di beni e servizi solo perché si innalza l’offerta è fuori da ogni logica economica e dal comune buon senso. Buon senso che da tempo sembra non albergare tra gli amministratori civici della città.
Cosa è cambiato in meglio in questi anni? Con l’onestà intellettuale che  caratterizza il nostro impegno civile: Nulla! Di questo passo, anzi, potremmo vederci indotti a scrivere sui muri della città, come a Roma nel dopo guerra, l’ottavina: Aridàtece er puzzone! 
Come si può pensare di attivare impunemente nuove sorgenti sonore in quartieri, come Stampace e Marina, dichiarati dalla Regione in criticità acustica e in emergenza sanitaria? 
Condizione drammatica riconosciuta dal Tar che ha condannato il Comune di Cagliari per disastro ambientale da rumore (gennaio 2015). Sentenza mai applicata.
Condizione drammatica che ha reso obbligatoria l’adozione di un Piano di Risanamento Acustico, pena il commissariamento del Comune. “Piano” in viaggio dal 2017 che non arriva mai a destinazione per una perversa volontà  politica che sacrifica la salute e la vita, persino dei bambini e dei malati, sull’altare di interessi economici resi sempre più fragili da una concentrazione sconsiderata e illegittima delle imprese nel Centro storico e dalla fuga di tanti residenti da una città sempre più invivibile.
Condizione drammatica riconosciuta dall’ ”Atto di indirizzo” approvato dal Consiglio comunale il 23 marzo scorso che impegna il Sindaco ad assumere anche provvedimenti contingibili ed urgenti per debellare l’inquinamento acustico urbano a tutela della salute, della vita e dell’ambiente. 
Signor Sindaco, sul fenomeno angosciante dell’inquinamento acustico la sua Giunta è custode di una proposta? E quale? A tutt’oggi non è dato conoscere nè un pensiero e neppure un pensierino debole. Forse sta in questa carenza culturale la sua riottosità ad incontrare il nostro “Comitato” che attende  “fiducioso” da due anni. 
Intanto Lei si rende responsabile dell’aggravamento dello stato di salute di tanti innocenti che, privati del diritto naturale al sonno e al riposo, sopravvivono imbottiti di farmaci ed esposti al rischio di una più ridotta aspettativa di vita come riconosce l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’ Agenzia Europea dell’Ambiente. 
Intanto tornano i tavoli sull’uscio delle case, legittimati a stare a 75 cm dagli ingressi da un Regolamento comunale scritto più con i piedi che col cervello.  Addio distanziamento sociale.
Erano 3 metri prima che ci mettessero le mani alcune Assessore prigioniere degli Uffici. Ridotte al ruolo di lettrici in Consiglio comunale di labili paginette preconfezionate da chi ne teneva le briglie. Di loro non restano altro che disastri frutto di idee evanescenti.  Sindaco Truzzu, è ora di voltare pagina”.


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